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Stimolazione cerebrale non invasiva

Le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva sono utilizzate da più di trent’anni in molteplici ambiti dello studio e della valutazione clinica del nostro sistema nervoso: dallo studio delle funzioni cognitive alla valutazione dell’integrità delle vie nervose nei pazienti colpiti da ictus o da altre patologie neurologiche, così come nel trattamento di patologie psichiatriche come la depressione. L’utilizzo di queste tecniche consente un intervento diretto sull’attività dei circuiti neuronali. Tra queste tecniche, quelle principalmente utilizzate sono la stimolazione magnetica transcranica (TMS), la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCs), e a corrente alternata (tACs). La TMS genera un impulso magnetico istantaneo, in grado di eccitare una popolazione di neuroni sulla corteccia, sottostante all’aerea stimolata, in modo completamente indolore. Utilizzando sequenze di impulsi magnetici somministrati ad alta frequenza per alcuni minuti è possibile modificare e “correggere” l’attività dei circuiti nervosi responsabili di una determinata sintomatologia. La tDCs e la tACs utilizzano, invece, un flusso di corrente elettrica a basso intensità in grado di modificare in modo duraturo il comportamento di regioni del cervello responsabili di particolari sintomatologie. Anche queste tecniche, ampiamente utilizzate nella ricerca clinica, sono completamente indolori e sicure. Attraverso l’utilizzo di elettrodi applicati sul cuoio cappelluto, sfruttano il passaggio di corrente diretta o alternata per influenzare le zone della corteccia cerebrale sottostante e aumentando l’efficienza della comunicazione tra aree cerebrali.  

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